AssoBIM pubblica il REPORT 2021

Copertina BIM Report 2021

Premesse

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Assobim, Associazione che nasce con lo scopo di dare rappresentatività alla filiera “tecnologica” del Building Information Modeling, lo scorso 8 febbraio ha pubblicato il nuovo report annuale. Scopo del report è misurare l’Adozione BIM in Italia nel 2021. In questa relazione riferita all’anno appena concluso Assobim fotografa i risultati di un anno certamente caratterizzato dalle conseguenze della pandemia. Si parla comunque di uno scenario che restituisce traguardi positivi e molto interessanti e “dinamiche” proprie di un panorama in costante crescita in Italia, non solo sotto il profilo dei numeri ma soprattutto anche delle competenze.

E’ interessante ricordare che quanto si sta facendo rientra negli obiettivi che erano stati avanzati dall’Unione Europea che a riguardo si era già espressa con questo manuale

Il report è disponibile sul sito Assobim a questo link.

I contenuti

Il report si concentra sui risultati dell’indagine presso diverse tipologie di aziende che hanno adottato il BIM. Rispetto agli anni precedenti si manifesta un evidente consolidamento della consapevolezza e dell’uso del BIM. Cresce sicuramente la percezione della propria competenza con un aumento di chi si dichiara molto sicuro (+4%) e una diminuzione di chi era insicuro (-4%).

L’uso operativo è cresciuto così come il numero di Contratti in cui si è fatto uso del BIM di default.

Il report ovviamente riporta la presenza di criticità quali la percezione che i clienti non siano ancora in grado di comprendere i vantaggi offerti dalla metodologia, la necessità di cambiamenti nelle procedure, pratiche e flussi di lavoro oltre alla mancanza di competenze
interne rispetto al fabbisogno.

L’analisi si perfeziona in diversi grafici relativi all’indagine condotta presso i soggetti coinvolti. Di seguito quello della tipologia di azienda partecipante e quello dei risultati attesi. Si rimanda al report completo (vedi link riportato sopra) per l’approfondimento.

Prime riflessioni

Viste le analogie nella difficoltà di adottare anche le piattaforme di Facility Management (che ha richiesto molti anni a raggiungere una maturità) è chiaro che il BIM, pur sospinto da normative e leggi sempre più stringenti, richiederà un progressivo sforzo culturale e un impegno economico.

Infatti il BIM se da frutti immediati per le nuove costruzioni, grazie alla progettazione nativa in 3D, richiede un extra costo non indifferente per la generazione di modelli per costruzioni già esistenti. Questi ultimi poi soffrono come i sistemi CAFM di carenza o inattendibilità di diverse informazioni.

Conclusioni

Il percorso è sicuramente tracciato. Le tappe ravvicinate nella riduzione dei valori d’Appalto rendono necessario e vincolante acquisire presto e bene le competenze e le tecnologie associate alla metodologia. Purtroppo la crisi sanitaria può costituire un freno di natura economica, avendo potenzialmente ridotto le risorse a disposizione sia per l’acquisto di strumenti e soluzioni software, sia nel necessario adeguamento formativo del personale coinvolto.

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